I MITANNI
alla corte dei Faraoni
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La XVIII dinastia egizia vide la presenza di alcuni sovrani guerrieri (Tuthmose I, Thutmose III e Amenhotep II) che svolsero un’azione di conquista e controllo delle città stato del Vicino Oriente, incrementando considerevolmente i tributi che annualmente arricchivano il tesoro del regno. La dinastia si caratterizzò anche per il nascere di due anomalie religiose: il regno del faraone donna Hatshepsut, matrigna e coreggente di Thutmose III, e il periodo “eretico” di Akhenaton (donna). La comprensione di queste “eresie” porta a riconsiderare la religione egizia, ipotizzando un’antica religione stellare, basata su 8 / 12 divinità associate agli astri del Sistema solare. L’originale visione di una dea madre stellare (Horus l’antico / Hathor) e un dio padre stellare (Ra / Horakhty) venne sostituita dal Mito di Osiride, che, ispirandosi a una catastrofe planetaria che coinvolse alcuni pianeti del Sistema solare, costruì un’allegoria del Diluvio Universale del 5500 a.C., creando alcuni importanti sincretismi degli dei stellari: Hathor, Sah e Apophys, con gli dei terreni: Iside, Osiride e Set. La religione di Osiride fu associata alle teofanie solari: Ra (Era del Toro) e Amon (Era dell’Ariete), ma esse furono sottovalutate dai sovrani Hatshepsut e Akhenaton, su ispirazione rispettivamente dell’ebreo Senenmut e della mitannica Nefertiti. L’influenza di personaggi mitannici a corte si può cogliere con la presenza: della principessa Mutemuia, del principe Yuia e della sua sposa Tuia, della loro figlia Tiye e della principessa Gilu Heba / Nefertiti. Alcune situazioni sembrarono compromettere la dinastia: la sterilità di Tiye, la nascita di un solo erede maschio, Thutmose, una malattia di Amenhotep III e una grave epidemia di peste. La sterilità di Tiye consigliò il matrimonio di Amenhotep III con la principessa Gilu Heba / Nefertiti, probabile cugina di 1° grado di Tiye, ma l’assegnazione dei figli della nuova sposa a Tiye. La morte prematura dell’erede al trono, la malattia del vecchio re e l’aggravarsi dell’epidemia suggerirono la nomina di una coppia formale di coreggenti, composta da Gilu Heba / Nefertiti e dalla figlia Amenhotep, e, successivamente, la creazione di una nuova città, Akhetaton, dedicata al disco solare Aton Ra, in cui si sarebbero posti in quarantena i coreggenti. Le varie problematiche dovettero suggerire una probabile punizione del Creatore, per cui fu deciso di tornare alla vecchia epifania solare, sottolineando però l’aspetto fisico del Sole, Aton Ra. L’eresia religiosa dell’Aton durò poco: il regno di Akhenaton (17), quello del fratello Smenkhkara (1), la reggenza di Marytaton (3) e il primo anno di regno di Tutankhaton. Dopo circa 20 anni, i poteri forti egizi: esercito e clero di Amon, imposero la restaurazione della vecchia religione, ma il giovane Tutankhamon e il vecchio Yuia / Ay riuscirono a mantenere viva la dinastia egizia-mitannica. L’ultimo faraone della dinastia, Horemheb, si attribuì la restaurazione, cancellò politicamente i sovrani eretici, usurpò i loro anni di regno e ne decretò la loro damnatio memoriae, ma, per poter governare, fu costretto a sposare la figlia di Yuia / Ay, Mutnedjemet, proseguendo così la tradizione di regine mitanniche o di origine mitannica. La dinastia si concluse con la morte di Horemheb, ma col successore Ramesse I, forse figlio del primo matrimonio di Mutnedjemet, il sangue mitannico continuò a scorrere nei sovrani della XIX dinastia.
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